Guardo una foto di mia madre era felice avrà avuto tre anni stringeva al petto una bambola il regalo più ambito Era la festa del suo compleanno un bianco e nero sbiadito Guardo mia madre a quei tempi e rivedo il mio stesso sorriso
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana E pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché dei lunghi ed ostili silenzi e momenti di noncuranza puntualmente mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera intimamente agguerrita temendo una sciocca rivalità
Guardo una foto di mia madre era felice avrà avuto vent'anni capelli raccolti in un foulard di seta ed una espressione svanita Nitido scorcio degli anni sessanta di una raggiante Catania la scruto per filo e per segno e ritrovo il mio stesso sguardo
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana E pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché dei lunghi ed ostili silenzi e di quella arbitraria indolenza puntualmente mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera intimamente agguerrita temendo l'innata rivalità
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché… Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché… chiederle almeno il perché… chiederle almeno il perché…